La lezione di Cana
La lezione di Cana
A Cana di Galilea c’era un matrimonio, che allora durava parecchi giorni. Improvvisamente mancò il vino facendo piombare la famiglia ospitante in un abisso di vergogna. Immaginiamo i contrasti fra le famiglie. “A che gente abbiamo affidato nostra figlia! Il vino se lo saranno bevuto loro”… Di rimando: “Ma questi invitati sono peggio delle spugne!…”
Maria, che era presente, se ne accorse, e senza dare nell’occhio lo disse a Gesù. Perché l’ha fatto? Perché sa che Dio è amore. È nella natura di Dio amare. E l’amore genera vita, innescando come un movimento rotatorio che tutto coinvolge come un tornado. E allora chiede. Non per sé.
Impariamo da Maria una lezione importante. A non chiedere troppo per noi. Sapete perché ci sono pochi miracoli? Perché tanti chiedono solo per sé. Invece dovremmo essere sempre disposti a pregare per gli altri (il parente, il collega, quel conoscente…). Quando siamo noi che abbiamo bisogno allora sarebbe bene chiedere aiuto agli altri (amiche di burraco, tifosi che vanno allo stadio nello stesso settore, vicini di palco al teatro, aderenti alla stessa squadra di calcetto, pescatori). Chiedere il miracolo si può, ma se la richiesta è gratuita, libera, senza interesse. Cambiare acqua in vino è certo più facile che cambiare un egoista in un uomo, anzi in un cristiano.