San Silvestro al Quirinale

L’ALFABETO DELLA MIA GIORNATA

L’ALFABETO DELLA MIA GIORNATA

A – Senza amore che vita è? Ma mi devo vincere. Uscire da me, dal mio fortino e condividere come S. Martino il mio mantello con qualcuno.
B – Bendare le ferite dell’anima, bendare i risentimenti, bendare il passato. Ma senza esagerazione. Non posso bendarmi prima di cadere.
C – Cantare. Tutti abbiamo una musica segreta che ci ritorna nel cuore. È la musica di Dio che si chiama “preghiera”.
D – Dio è prima di me. Dio è più grande del mio cuore. “Dio mi abbandono a te”. “Dio apri il mio cuore”. “Dio mio, spero in te”. “Dio mio e mio tutto”.
E – È il pane del cammino. È il Signore che viene a stare con me. È “pane spezzato e dato” come dovrebbe essere la mia vita. Ogni mattina dovrei dire: quando ti ricevo? Ti desidero, ti bramo nel profondo delle mie fibre. Ognuno di noi: un uomo o una donna mangiati come Gesù.
F – Ma non una fede cieca. Una fede impastata di dubbio. Una fede gioiosa, una fede coraggiosa, una fede che rischia. Non vale la pena puntare su Dio? Perché se non punti su lui, su chi punterai? Sulla tua salute? Sulla tua fortuna? Sul tuo futuro? Sui tuoi risparmi? Sulla tua pensione? Cos’hai che ti rende tanto sicuro?
G – Gesù. Il tuo nome è un dolce ricordo. Lo ripeto di giorno e di notte. Di notte penso a te. Mi aspetti con la gioia del mattino.
H – Horeb: il luogo dell’incontro di Dio con Mosè. Anche Elia, in fuga dai suoi nemici e dai suoi fantasmi, incontra Dio. Non lo vede faccia a faccia. Ma questo gli cambia la vita.
I – Immacolata. È l’abito di Maria che il Signore prepara per l’umanità. Nel bel Paradiso.
J – In molte lingue è l’iniziale di Gesù.
K – In italiano non abbiamo niente. Al massimo: KO. Ma ti stende al tappeto.
L – Luce. Ogni ora ha la sua luce. Ogni età ha le sue luci. Noi non siamo fatti per le tenebre. “E la luce sia” ha detto Dio nella creazione. E mi ha fatto una veste di luce.
M – Maria. Con lei la nostra storia cambia segno. È bastato il suo Sì a far tornare la speranza nel mondo. Quando si domanda: chi è l’uomo più grande della storia umana (Gesù escluso), la risposta non può che essere questa: l’uomo più grande della storia è una donna. Maria
N – Nuvole. Quando le vedo immagino dei velieri immensi che mi invitano a guardare in alto.
O – Odissea e Odisseo. L’uomo è come Ulisse (Odisseo) che cerca di ritornare ad Itaca, il Paradiso. Per fortuna che là non ci sono i proci.
P – La preghiera non è la ricetta della paura e del fallimento. Non ha senso un segno di croce frettoloso come fanno certi giocatori. La preghiera è un dialogo con Dio, per renderlo partecipe della nostra vita, cioè di ciò che facciamo e siamo. La preghiera non la paragonerei a un distributore automatico di caramelle e bibite, che ci da un contentino zuccherato, ma a un ricarica-batterie, che ci da la forza per continuare a operare.
Q – Noi usiamo due avverbi: quando e quanto, nelle relazioni umane. Perché non farlo anche con Dio? Dio, quanto mi ami? Dio, quando mi aiuterai? Sono due modi per pregare.
R – Ritorno. L’uomo viene da Dio e ritorna a lui.
S – Silenzio. Ogni tanto prova ad ascoltarlo.
T – Tenerezza. La risposta di Dio ai tromboni della fermezza.
U – Umiltà. La virtù delle persone intelligenti.
V – Vangelo: le parole di vita eterna.
Z – Zaccheo: un briccone che ruba il Paradiso ai santi. Perché non ci proviamo anche noi?

 

Back to Top