E. Presbiterio e coro
Questo ambiente, a due campate, fu realizzato probabilmente da Ottaviano Mascarino (1580-85).
Nella lunetta di fondo, Giuseppe Agellio e Matteo Zaccolini dipinsero Costantino che manda a cercare sul monte Soratte papa Silvestro. Si narra che il papa, credendosi vicino al martirio, avrebbe preso in mano il Crocifisso. Non sapeva che, in realtà, gli inviati del nuovo padrone di Roma gli venivano a portare la notizia della libertà per la Chiesa.
Clemente VIII volle affidare l’affresco della volta ai fratelli Alberti: Cherubino dipinse le grandi figure degli Angeli portacandelabro, mentre a Giovanni è da attribuire la falsa architettura prospettiva con angeli danzanti che reggono una corona d’alloro. Morto Giovanni Alberti, la seconda volta fu completata dal teatino Matteo Zaccolini e da Giuseppe Agellio.
Nella parete di destra, S. Caterina da Siena (XVIII sec.) copia da un originale di Tiepolo, S. Sebastiano soccorso da Irene (XVII sec.) e S. Giuseppe col Bambino (XVIII sec.). A sinistra S. Maria Maddalena (XVIII sec.), S. Bartolomeo (attribuito a Mattia Preti?) e S. Giovanni Battista (XVIII sec.).
Sui lati dell’altare: a destra c’è la Disputa di Gesù con i dottori nel Tempio di Biagio Betti (1545-1615), che riproduce un’incisione di Dürer. A sinistra La Madonna e S. Gaetano di Lazzaro Baldi (1604-1703) in cui si celebra la rinuncia totale dei beni mondani (la corona preziosa lasciata per terra) che possono fare solo i discepoli di Maria.
Dietro l’altare c’è un pregevole coro del XVII sec. in due ordini, armoniosamente divisi da lesene scanalate, sormontate da capitelli corinzi. Al centro del coro il monumento sepolcrale del cardinale Gian Giacomo Panciroli, segretario di Stato di Innocenzo X, il cui funerale fu celebrato in questa Chiesa.